Guanyu Zhou: la nuova promessa di Ferrari?

19 Set 2015

Ha appena sedici anni, eppure è in pole position nella corsa per diventare il nuovo volto della scuderia del Cavallino: si chiama Guanyu Zhou e dal giugno 2014 è uno della mezza dozzina di “allievi piloti” della Ferrari Driver Academy, la fucina dei talenti a cui la casa si prepara ad affidare il suo futuro sportivo. Nato nel 1999 a Shanghai, il giovane ha le idee chiarissime circa quel che sarà il suo destino: diventare il primo pilota cinese di Formula 1. Ma per ora si è dovuto accontentare della Formula 4, nella quale ha debuttato a Fiorano lo scorso anno. L’aver completato i 57 giri di pista previsti nonostante il maltempo e senza intoppi gli ha già valso il plauso di Luca Baldisseri, responsabile del programma e suo tutor.

Il suo addestramento, iniziato a Londra e proseguito a Maranello, consiste anzitutto di esercizi fisici quotidiani volti a migliorare la resistenza del corpo alle costrizioni e agli sforzi della guida prolungata e di un training psicologico costante finalizzato ad incrementare concentrazione, autocontrollo e riflessi. In aggiunta a ciò vi sono ore e ore passate davanti al simulatore di guida, approfondimenti tecnici e altri corsi specifici. Intervistato a fine 2014, Guanyu Zhou ammetteva tuttavia di non aver avuto ancora la possibilità di condurre una Ferrari da corsa: circostanza che potrebbe sembrar scontata dati i suoi quindici anni, ma che appare sotto una luce diversa se si tiene conto della carriera sportiva che ha sin qui accumulato.

All’età di nove anni infatti egli aveva già vinto otto gare di kart nella sua città natale, meritandosi il titolo di Miglior Giovane Pilota. A tredici il suo talento emergeva già con sufficiente chiarezza da indurre la sua famiglia a trasferirsi a Londra, dove avrebbe avuto maggiori opportunità di coltivarlo e metterlo a frutto. Entro la fine del 2013 il ragazzino deteneva il titolo di Campione Europeo di kart nelle categorie Junior Rotax e ABKC S1, nonché il terzo posto sul podio dell’Euro Max Challenge. Abbastanza per attrarre l’attenzione dei talent scout dell’Academy, che formalizzò il suo ingresso nel team l’anno successivo proprio presso il circuito di quella Shanghai da cui il sogno era partito.

Il suo idolo, dice, è Fernando Alonso. Di volerlo superare non lo dice, ma si capisce benissimo. Determinazione e talento non mancano: vedremo se anche la fortuna, sempre e comunque irrinunciabile, farà la sua parte.

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