A scuola di Lamborghini

15 Ago 2015

Il mondo dell’automobile di lusso si avvicina sempre più a quello dell’istruzione, con le più celebri case che da anni avviano progetti di collaborazione sempre più ampi e articolati con i governi di mezzo mondo.

Ne stiamo avendo prova in questi mesi anche in Italia, dove Lamborghini e Ducati hanno dato vita a due Training Center DESI siti a Sant’Agata Bolognese e attualmente impegnati a formare 48 ragazzi delle scuole superiori – selezionati perchè ritenuti a rischio dispersione scolastica – mettendoli a lavorare sui loro ultimi, preziosissimi modelli. L’acronimo sta per Dual Education System Italy, a indicare una tipologia di organizzazione dell’istruzione centrale nel sistema scolastico tedesco e invidiata un po’ in tutto il mondo. In sostanza, i ragazzi hanno frequentato regolarmente le lezioni presso i loro istituti di provenienza dal settembre 2014 fino al marzo scorso, per iniziare poi un training on the job di 700 ore all’interno dei due stabilimenti, retribuito peraltro con una borsa di studio mensile di 600 euro. Lungi dall’essere pionieristica, quest’esperienza ne segue altre simili già attuate dallo stesso Gruppo Audi in Ungheria, Belgio, Cina e Messico.

Diverso è il caso del Ferrari North Europe Apprenticeship Programme, un corso di tre anni attivo nel Regno Unito che affianca ad un lavoro a tempo pieno un’opera di costante aggiornamento sull’evoluzione tecnologica del settore. Laddove l’iniziativa di Lamborghini mirava in sostanza a trattenere a scuola ragazzi poco avvezzi allo studio, quella del Cavallino si rivolge invece a giovani già diplomati e smaniosi di diventare tecnici della più prestigiosa firma automobilistica del mondo. L’accesso al programma, com’è facile immaginare, va sudato: solo pochissime delle oltre mille domande d’iscrizione avranno un riscontro positivo. Se la selezione misura la competenza e la passione dei numerosi candidati, la formazione dei vincitori punta altresì a far nascere in loro un forte spirito di corpo, a sviluppare un legame con il marchio che vada oltre l’ambito prettamente economico. Per questo gli istruttori e i tutor non sono mai figure esterne all’azienda: l’apprendimento avviene in un contesto volutamente domestico, la conoscenza viene “tramandata”.

Se i prodotti delle grandi case sono per definizione straordinari, non dovrebbe stupire che i canoni della formazione ordinaria vadano loro stretti al momento di selezionare il proprio personale.

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